55° anniversario della cattura di Luciano Liggio ad opera dell'Arma
“Erano le 21.45 del 14 maggio 1964.”
Così Renato Mambrini introduce il suo racconto della cattura del famigerato boss mafioso Luciano Liggio. Personaggio di spicco nel panorama mafioso fra gli anni ’50 e ’70, Leggio (detto “Liggio”) fu arrestato a Corleone, nell’abitazione delle sorelle Sorisi, di cui una, Leoluchina, era stata fidanzata del sindacalista Rizzotto, assassinato nel 1948 dallo stesso Liggio.
Alle indagini condotte dall’Arma, dirette dall’allora Ten. Col. Ignazio Milillo, nella fase finale fu associato personale del Commissariato di Corleone, retto dall’allora Com. PS Angelo Mangano. Dopo alcuni tentativi andati a vuoto, grazie a un’intuizione del Milillo, fu possibile addivenire alla cattura del boss.
La cattura, di cui oggi ricorre il 55° anniversario, fu all’origine di un’accesa disputa fra il Milillo e il Mangano, nella quale il Commissario si attribuì ingiustamente la paternità dell’operazione.
In realtà, come ampiamente dimostrato dalle deposizioni processuali di Liggio, da atti e verbali di polizia giudiziaria e da testimonianze dell’epoca, il merito dell’operazione fu dell’Arma.
Fu lo stesso Liggio, nelle sedi processuali, ad affermare:
“Mi arrestarono i Carabinieri.”
“Mi ha catturato Milillo e non Mangano.”