Discorso tenuto dal generale Milillo quale Comandante Provinciale di Benevento della Stazione Carabinieri di Colle Sannita
Signori,
fra le tante frasi diventate celebri per il loro contenuto e per l’autorità di chi le pronunciò, una rivive improvvisa, oggi, nella mia memoria e a tutte le altre si sovrappone e tutte le sovrasta, nella sua sintesi poetica che sembra riassumere il romanticismo ed il patriottismo dell’800: una frase di cui non si conosce neppure l’autore, ma che stupendamente esprime col minor numero di parole, la più essenziale caratteristica dell’Arma.
USI OBBEDIR TACENDO E TACENDO MORIR
I carabinieri sembrano chiusi e solitari, ma è soltanto perché conoscono come gli antichi filosofi, la disciplina del silenzio.
Subito dopo il declino dell’Astro Napoleonico ed in conseguenza del rapido crollo delle conquiste compiute dalla Francia, nel 1814, uno dei più gravi ed urgenti problemi che fu necessario affrontare nel piccolo Regno di Sardegna e Piemonte, fu quello di garantire l’ordine dello Stato e l’incolumità dei cittadini, che il successivo mutare degli eventi rendeva di drammatica e allarmante attualità.
Sorsero così i “carabinieri”, i quali seppero tanto felicemente e proficuamente operare nell’interesse del Paese, che ad essi, per esplicito voto popolare, fu dato via via maggiore incremento e sviluppo fino a raggiungere, dopo le annessioni e plebisciti del Risorgimento, la importante struttura che è all’incirca quella attuale.
Il mutare dei tempi, non ha mutato questa istituzione che, mantenendo integre le sue prerogative, ha continuato ad operare nell’interesse del Paese, resistendo, come quercia secolare, ai numerosi eventi, spesso tristi ma sempre gloriosi,
Il Carabiniere, come in passato, sa di essere ancora il tutore geloso dell’ordine, il simbolo espressivo della giustizia, l’esponente della forza intelligente organizzata in difesa dello Stato e delle sue Istituzioni.
La sua presenza sottolinea ed accresce di significato le solennità, frena le intemperanze, preoccupa, disarma e colpisce i malvagi.
La sua uniforme storica e vistosa, spicca in modo unico ed inconfondibile in ogni momento ed in tutte le occasioni: nelle strade affollate delle città, come nei solitari sentieri di montagna, nelle cerimonie, nelle funzioni e nei cortei, tanto che nessuna manifestazione, civile o religiosa, ordinata o turbolenta, è concepibile e completa, senza di essa.
Questa uniforme, come tutto ciò che si riferisce al carabiniere, sembra fissa ed immutabile nel tempo. Non si mimetizza, perché non può ne deve confondersi con le altre, ma si adegua, senza parere, alle nuove esigenze.
Come si è visto in remote ed in recenti circostanze, come ogni giorno continuiamo a vedere attraverso gli innumerevoli episodi di abnegazione e di sacrificio, una direttrice dell’Arma è quella di tutelare le libertà pubbliche e private. Ne danno testimonianza i lembi azzurri che punteggiano la Bandiera dell’Arma, simbolo di amore, di eroismo e di onore. Ne è chiara dimostrazione la fiducia delle popolazioni, mai venute meno a quest’Arma ultrasecolare, antica ma non vecchia.
La bandiera che oggi Colle Sannita offre alla locale Stazione dell’Arma, intitolata alla Medaglia d’Argento al Valore Militare alla memoria Carabiniere Domenico Franco, è simbolo di fraternità, di patriottismo, di italianità. Essa rappresenta la luce feconda e duratura dello spirito, che è luce di entusiasmo, di tradizione, di eroismi di sacrificio, che è patrimonio di fede e di opere.
Ed Essa è tanto più cara al nostro cuore, in quanto oggi di nuovo garrisce presso le nostre rappresentanze all’Estero, dove fatalità di eventi l’avevano fatta ammainare, per guidare nel mondo i suoi figli nel lavoro concorde e fecondo, per riaffermare nel lavoro che l’Italia è viva e vitale, per testimoniare che sacrifici ed eroismi passati riuniscono ancora in fraterna solidarietà ed unità nazionale, gli italiani.
Essa rappresenta il sacrificio di un passato intessuto di eroismi, intimamente legati alle vicende della Patria, che nessun evento potrà distruggere.
È per questo che noi carabinieri salutiamo con vibrante spirito d’Arma l’avvenimento odierno.
Eccellenza, Sig. Generale, sig. Sindaco, gentile madrina, cittadini tutti, i carabinieri a mio mezzo vi esprimono dal profondo del cuore la loro gratitudine per la gentile offerta e per aver voluto rendere solenne l’odierna cerimonia con la vostra presenza, che è per loro ambito premio.
All’ombra di questa bandiera, nella certezza che sarà difesa da ogni attacco ingiurioso, i carabinieri promettono di contribuire con tutte le loro forze e con tutto il loro entusiasmo a rendere la Patria più forte, più degna e più rispettata.
Essi continueranno a marciare per i compiti che li aspettano e che fronteggeranno con volontà e fede, convinti fella immortalità della Patria e della sua rinascita.
La nostra riconoscenza commossa e riverente, va in questo momento alla memoria di quanti offrirono in sereno olocausto la vita per la difesa della Patria e per la tutela delle leggi e del sereno svolgersi della vita nazionale.
Con la visione del loro sacrificio e del loro eroismo, Carabinieri, presentate le armi e gridate con me
VIVA L’ITALIA