Corpo Forestale e Carabinieri: dal 2017 uniti insieme contro il crimine - di Generale Gianfranco Milillo
La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale il 12 Settembre 2016 ha reso legge il decreto legislativo che stabilisce l’assorbimento del Corpo Forestale dello Stato all’interno dell’Arma dei Carabinieri. Il 25-10-2016, poi, ha avuto luogo la cerimonia di istituzione del Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dei Carabinieri, alla presenza del ministro delle politiche agricole Maurizio Martina e del Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette. A capo della nuova unità è stato posto il generale di corpo d’armata Antonio Ricciardi, già vice comandante dell’Arma. Dal 1° Gennaio 2017, a seguito dell’attuazione della legge Madia, l’assorbimento del personale è diventato effettivo. Quali i motivi e quali le conseguenze di questa trasformazione? Secondo il governo questa decisione è stata provocata dalla necessità di razionalizzare le forze di polizia, poiché in Italia ce ne sono ben cinque: la Polizia, l’Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza, la Polizia Penitenziaria e il Corpo Forestale. Anzi, inizialmente si era pensato di procedere a maggiori accorpamenti, ma, alla fine si è proceduto a minori modifiche. Sono, comunque, importanti perché hanno portato alla scomparsa del Corpo forestale i cui uomini sono stati spostati all’Arma dei Carabinieri (per la precisione 7.177, mentre 390 ai Vigili del Fuoco, 126 alla Polizia e 41 alla Guardia di Finanza.) Contestualmente all’assorbimento dei forestali vengono soppresse le unità navali della Polizia e dei Carabinieri, trasferite alla Guardia di finanza, che si occupa della sicurezza in mare. Sempre secondo il Governo non ci dovrebbero essere conseguenze negative per gli agenti, dovrebbero rimanere in servizio nelle aree dove già operano, la progressione di carriera dovrebbe rimanere inalterata, anzi molti potrebbero utilizzare al meglio le loro competenze con l’inserimento in una unità speciale che si occuperà di sicurezza agro-alimentare e che resterà alle dirette dipendenze del Ministero delle Politiche agricole e alimentari e forestali (da cui prima dipendeva tutto il C.F.). Sempre secondo il Governo si avrà una maggiore efficienza nella lotta ai reati ambientali anche grazie alla capillare diffusione dei carabinieri su tutto il territorio e si potranno risparmiare cifre ingenti, si parla di un risparmio di 122 milioni di euro in tre anni.
Dal mondo degli agenti forestali si hanno, invece, reazioni negative e il SAPAF (ossia il sindacato del Corpo forestale dello Stato) si è opposto al decreto fin dalla sua pubblicazione, affermando che si sarebbero perse molte competenze e che sarebbe diminuita l’efficacia della lotta ai reati ambientali. Così si è espresso il Segretario del sindacato: “In un solo colpo si cancellano la storia di un Corpo quasi bicentenario (nato il 15-10-1822) e un patrimonio inestimabile di professionalità e competenze che nell’Arma dei carabinieri non potranno essere valorizzate, rendendo il cittadino più debole nei confronti di chi commette reati ambientali e sopratutto alle ecomafie.”
Purtroppo, in questi giorni, sembrano apparire più le difficoltà dell’accorpamento che i benefici. Si va dalla mancanza di nuove divise, per cui alcuni sono andati in servizio in abiti civili, alla necessità di riverniciare le vetture, gli elicotteri, modificare la cartellonistica stradale, lasciare le caserme laddove sono presenti quelle dell’Arma e inoltre, riqualificare le risorse umane destinate a nuovi compiti, senza contare il diffuso malumore degli agenti per essere diventati parte di un corpo militare mentre il Corpo Forestale era civile. Per tutti questi motivi starebbero arrivando tantissimi ricorsi nei tribunali amministrativi, agenti di vario ordine e grado stanno pensando di opporsi in massa ai trasferimenti (che sono stati numerosi) e, sopratutto, all’incorporamento forzato in un’istituzione militare che porterà a doversi adattare alle regole militari ed alla disciplina che vietano in modo assoluto ogni forma di tutela dei diritti dei lavoratori, mentre il Corpo Forestale era l’unica forza di polizia a poter scioperare. A proposito delle divise, queste saranno identiche alla divisa ordinaria nera dei Carabinieri. L’unica differenza sarà un distintivo sul taschino sinistro della giacca con l’insegna “Comando unità tutela forestale, ambientale e agroalimentare Carabinieri”. Sullo sfondo dello stesso la fiamma dell’Arma e l’Aquila dei Forestali. La divisa da lavoro (quella utilizzata nelle attività in campagna e nei boschi), almeno per ora, resterà quella tradizionale grigia verde dei Forestali. Avranno, però, un bosco verde con la fiamma dell’Arma e il nuovo distintivo sul braccio sinistro. Non si sa ancora se verrà mantenuto il “Pasubio” ossia il tradizionale berretto a visiera tipico del Corpo, ma certo i forestali non vorrebbero eliminarlo. Dovranno inoltre partire a giorni corsi e seminari per i nuovi arrivati nell’Arma, sarà sopratutto formazione nell’ambito dell’ordinamento militare, ma sarà anche un’occasione di reciproca conoscenza e scambio di esperienze e professionalità con la speranza che i tanti dubbi sull’operazione di accorpamento vengano confutati dai risultati positivi.