Impegno e trasparenza per sconfiggere la piaga della corruzione in Italia - di Generale Gianfranco Milillo
Istituita nel 2003 dall’Onu per sensibilizzare l’opinione pubblica a livello globale sul tema, si è svolta il 9 dicembre la giornata internazionale contro la corruzione.
“La corruzione, male che inquina le fondamenta del vivere civile, va avversata senza equivoci o timidezze. Combattere la corruzione è un impegno di sistema, di tutte le istituzioni pubbliche e, al contempo, è compito che appartiene a ciascun individuo, alle organizzazioni economiche e sociali” queste le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella pronunciate in questa importante giornata di denuncia. Dai dati pubblicati da “Transparency International”, un'organizzazione internazionale non governativa impegnata nella lotta alla corruzione e “Riparte il Futuro”, una comunità digitale che si occupa di promuovere la trasparenza nella politica, l’Italia risulta uno dei paesi col più alto tasso di corruzione d’Europa: 61° posizione tra i 168 paesi europei per quanto riguarda l’indice di corruzione percepito nel settore pubblico e politico. Un risultato migliorato di otto posizioni rispetto allo scorso anno, ma, comunque, allarmante visto che vede il Bel paese dietro a paesi come Romania e Grecia, entrambe in 58° posizione e storicamente considerate come molto corrotte. In questa particolare classifica il primo posto va alla Danimarca seguita da Finlandia e Svezia, tra le nazioni più corrotte a livello mondiale, invece, troviamo Somalia e Corea del Nord. La corruzione è, infatti, un grave crimine che può minare lo sviluppo economico e sociale in tutte le società e in tutti i paesi del mondo. Il report è molto chiaro e ci mostra come il settore più corrotto dell’Italia sia quello delle grandi infrastrutture con oltre metà delle grandi opere del 2015 sotto inchiesta per corruzione (il 52% con un costo totale di oltre 70 miliardi di euro), nonostante questo solo lo 0,5% dei detenuti (299 su 53.889 nel 2015) è in prigione per reati di corruzione. Sul versante della lotta a questo fenomeno, in Italia è stata istituita l’Autorità nazionale anticorruzione, ma gli sforzi stentano ancora a tradursi in risultati concreti. Esiste una proposta di legge per la tutela dei “whistleblower”, ossia coloro che denunciano i casi di corruzione, ma è ferma in Parlamento già da un po’ e chissà quando verrà discussa ed approvata. All'azione degli organismi internazionali, degli Stati, delle istituzioni pubbliche e dei corpi sociali, deve accompagnarsi la pratica di una cittadinanza attiva. C'è una dimensione personale dell'impegno per la legalità che va testimoniata, insegnata, sollecitata con la coerenza dei comportamenti. Occorre rafforzare l'azione educativa, a partire dalle famiglie, dalle scuole, dai corpi intermedi. Se lo Stato non basta per sconfiggere questo male è fondamentale che siano i cittadini in prima linea in questa difficile lotta: uno degli strumenti per poter far valere i nostri diritti è ALAC, la piattaforma digitale di Transparency International Italia che permette di effettuare segnalazioni anonime contro la corruzione; “curiamo la corruzione” è invece il progetto che combatte la malasanità, anche qui con un sistema di segnalazione anonimo; altro metodo per denunciare è quello di usare IRPILeaks, la piattaforma curata dal gruppo investigativo “Italian Reporting Project Initiative”, che permette ai giornalisti di ricevere segnalazioni di illeciti in maniera completamente anonima, grazie al software open-source Globaleaks.
Per prevenire possibili reati di corruzione è fondamentale rendere tutti i passaggi tra istituzioni e privati sempre più trasparenti, le piattaforme di Open-data possono permettere, infatti, di monitorare in tempo reale tutta l’attività politico-amministrativa di una città o di un ente pubblico. Conoscere i bilanci, capire le voci della spesa e conoscere l’entità degli introiti ci aiuta così a sapere quanto l’amministrazione cittadina spende per ogni sua attività. Conoscere i curriculum vitae, lo status giudiziario, i potenziali conflitti d’interesse dei candidati alle cariche di sindaco, assessori o altri ruoli pubblici di rilievo, ci permette, invece, di decidere con più attenzione a chi destinare il nostro voto elettorale. La trasparenza, quindi, diventa un obbligo ed uno strumento fondamentale in questa battaglia contro la corruzione, quel virus che distrugge società ed economie sottraendo ogni anno 3.600 miliardi di dollari nel mondo: 1.000 miliardi in tangenti e 2.600 miliardi in appropriazioni illecite, una cifra che corrisponde ad oltre il 5% del Pil globale. Le indagini documentano scambi di mazzette, appalti, consulenze o incarichi dal nord al sud Italia, dall’Expo alla Salerno-Reggio Calabria, ed almeno un’azienda sanitaria su tre ha avuto episodi corrottivi per un ammontare di circa un miliardo di euro di soldi sottratti alla cura della nostra salute. Conclude così il suo discorso il Presidente della Repubblica: “La diffusione della corruzione rappresenta un fattore di rallentamento dello sviluppo economico, vieppiù pericoloso in una fase di generale crisi sociale come quella attuale e genera sfiducia negli investitori internazionali. […] L'odierna Giornata Mondiale Anticorruzione, istituita nel 2003, quando è stata adottata la Convenzione Onu contro la corruzione, costituisce un'importante occasione anche per riflettere sulla necessità che le istituzioni, per prime, si impegnino nella promozione di scelte coerenti. Solo se esse vivono autenticamente il loro ruolo, è possibile rafforzare il senso dello stato di diritto e diffondere nella società civile una reale cultura di legalità e partecipazione.”