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Cinema e fiction raccontano il mondo dell’Arma dei Carabinieri - di Generale Gianfranco Milillo

L’Arma dei Carabinieri ha da poco festeggiato il bicentenario e fin dalla sua fondazione con la presenza delle Caserme, dapprima limitate al Regno di Sardegna e poi diffuse dopo l’Unità, in tutto il Regno d’Italia è stata vicina alla popolazione costituendo, specialmente nelle zone rurali, il principale presidio rappresentante lo Stato, la giustizia e la legalità.

I rapporti con i cittadini sono stati sempre improntati a grande fiducia tanto che l’Arma dei Carabinieri in tutti i sondaggi raggiunge un gradimento di oltre il 75%. Niente di strano, quindi, che figure di Carabinieri siano diventate protagoniste di film prima e fiction televisive poi. Appare strano, invece, che, con l’avvento del cinema sonoro e per tutto il periodo fascista, siano quasi del tutto assenti nei film dell’epoca queste figure così importanti nella società. Probabilmente i Carabinieri, così fedeli alla Monarchia, non erano graditi al Regime oppure si tendeva a nascondere ai cittadini la loro attività perché l’Italia doveva apparire un paese dove tutto era ordinato e senza delinquenza.

Nel dopoguerra, però, appaiono numerosi film dove i carabinieri diventano protagonisti incarnando tutti i valori positivi di cui da sempre sono stati portatori. Nel 1949 esce il film “La fiamma che non si spegne” che si ispira, anche se il protagonista ha un altro nome, alla figura di Salvo D’Acquisto (che, in seguito, sarà rappresentato in due film), il giovane eroe che sacrificò la propria vita per salvare quella di ostaggi innocenti. Sempre in quegli anni escono numerosi altri film, come “In nome della legge” diretto da Pietro Germi, dove un maresciallo dei carabinieri aiuta un pretore in una inchiesta in una Sicilia dominata dalla mafia e dall’omertà, o come il “Patto col diavolo” di Chiarini, dove un altro carabiniere, stavolta un ufficiale, conduce un’inchiesta su un delitto di faida avvenuto in Calabria. Dopo questi diventano sempre più numerosi i film in cui appaiono o sono protagonisti i Militi fino ad una pellicola per cui l’Arma aveva dato il beneplacito con un pò di esitazione, e che, invece, ebbe un tale successo da avere un seguito in altri quattro film. Si tratta di “Pane, amore… e fantasia” con protagonisti grandi attori come Vittorio De Sica e Gina Lollobrigida. Il film, ambientato in una Italia povera ed ancora sofferente per le ristrettezze del dopoguerra, mostra tutta l’umanità dei protagonisti e il carabiniere appare simile a tutti nei sentimenti, ma sempre, prima di tutto, fedele alla sua missione. In seguito, in questo filone di commedie all’italiana, si inseriscono con grande successo dei film che rappresentano con affetto, leggerezza e garbata ironia il mondo di vita e di lavoro dei carabinieri e quello che di positivo l’Arma compie nel contrasto al crimine. Sono: “I due carabinieri” (1984) con Enrico Montesano e Carlo Verdone e “il Tenente dei carabinieri” (1986) ancora con Enrico Montesano e Nino Manfredi. In seguito tante altre pellicole hanno immortalato i Militi, come già detto due film (interpretati uno da Massimo Ranieri e l’altro da Beppe Fiorello) dedicati a Salvo D’Acquisto e più di recente “I Martiri di Fiesole” dedicato alla figura di eroici carabinieri che, come Salvo, si sacrificarono per gli altri e la fiction: “Nassiriya” (2006) che celebra le vittime dell’attacco terroristico del novembre 2003 ai nostri uomini in missione di pace in Iraq dove morirono 12 carabinieri ed altri 7 italiani. Non si può dimenticare neanche la fiction “Il Generale Dalla Chiesa” che ricorda il grande generale impegnato nella lotta contro la mafia ed ucciso in un tremendo agguato proprio in Sicilia. Queste fiction sono state prodotte dalla Rai ed è stata proprio la Rai, a partire dagli anni ’90, a creare delle serie legate al mondo dell’Arma, che hanno avuto un tale successo da proseguire per anni ed essere vendute in moltissimi paesi esteri. Si tratta del “Maresciallo Rocca” con la meravigliosa interpretazione di Gigi Proietti e “Don Matteo”, serie che hanno ormai superato i 10 anni di programmazione. A queste serie l’Arma ha prestato la propria collaborazione rendendosi conto che queste opere, che raggiungono il pubblico in ambiente familiare, possono avere indubbi effetti positivi: 1° informare i cittadini sui vari aspetti del crimine, 2° accrescere la fiducia nella legge e la sicurezza di essere tutelati, 3° avvicinare di più alla popolazione le istituzioni, qui rappresentate da uomini con i loro pregi, problemi e anche difetti (come ad esempio il simpatico Maresciallo Cecchigni, interpretato da Nino Frassica) ma sempre con l’onestà, il senso del dovere e di dedizione che hanno caratterizzato nei secoli i carabinieri. Sull’onda di questi successi sono giunte altre serie come “Carabinieri” e “RIS delitti imperfetti”. Quest’ultima si differenzia dalle altre (che rispecchiano, una realtà provinciale in cui il carabiniere è profondamente inserito nel tessuto sociale) perché è basata sulle nuove tecniche investigative scientifiche che vengono sempre di più usate nelle indagini. Mentre il pubblico delle altre serie è eterogeneo (ma sempre con un altissimo share), “RIS” attrae per lo più un pubblico giovanile.

Tra i giovani in questi ultimi anni è aumentato l’interesse per l’Arma, tanto che si è registrato un notevole incremento di domande per l’arruolamento, in particolare, per chi ha seguito studi scientifici, proprio gli uomini del RIS. Concludendo, anche se ho tralasciato molti titoli, pur meritevoli di interesse, posso dire che il Cinema e la TV, hanno avuto il merito di rendere ancora più vicini a tutti i cittadini quegli uomini che, da oltre 200 anni, sono vicini a tutti noi tutelandoci e rendendo la nostra vita più sicura in ogni località, anche piccola, della nostra Italia, lo Stato a cui l’Arma è “nei secoli fedele”.

Generale Gianfranco Milillo

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