Onorare l’Arma con la propria vita diventando eroi: Salvo D’Acquisto.
Nella storia dell’Arma sono stati numerosi gli uomini che hanno sacrificato la propria vita, per salvare quella di altri uomini. Il 15 ottobre è l’anniversario della nascita di uno dei più fulgidi esempi di questi eroi: Salvo D’Acquisto.
Salvo era nato proprio il 15 ottobre a Napoli e si era distinto fin da ragazzo per il carattere socievole, anche se non era molto loquace era sempre disposto ad aiutare gli altri ed a condividere gioie e dolori. Non amava la guerra ed avrebbe desiderato spirito di collaborazione tra tutti i popoli. Nel 1939 si arruolò tra i Carabinieri e si fece apprezzare da tutti i commilitoni. Dopo qualche anno e un primo periodo trascorso in Libia tornò in Italia e dopo il corso fu promosso vicebrigadiere ed assegnato alla Stazione di Torrimpietra. Lì avvenne il fatto che lo rese un eroe. Era il 22 settembre del 1943, pochi giorni dopo l’armistizio che aveva trasformato i tedeschi da alleati in nemici; un reparto di SS. si era rifugiato in una caserma abbandonata ed alcuni soldati rimasero uccisi dallo scoppio di una bomba. Poteva anche trattarsi di un incidente causato da un ordigno abbandonato ma i tedeschi si comportarono come se si fosse trattato di un attentato, recatisi alla stazione dei Carabinieri ordinarono a Salvo D’Acquisto, in quel momento responsabile della caserma, di individuare e consegnare i responsabili. Furono loro stessi però a circondare Torrimpietra ed a prelevare 22 innocenti per fucilarli come monito per chiunque osasse danneggiarli. Il vicebrigadiere cercò di intercedere per gli ostaggi facendo notare la casualità dell’incidente, ma non ci riuscì e questi, presso la Torre di Palidoro, furono costretti a scavare da soli la fossa in cui li avrebbero gettati. A quel punto il giovane Salvo, di nemmeno 23 anni, trovò in sé il coraggio per accusarsi dell’attentato e salvare i 22 ostaggi. Chiese di parlare con un ufficiale tramite un interprete e dopo di ciò gli ostaggi furono rilasciati e si diedero alla fuga mentre Salvo si trovava dentro la fossa davanti al plotone di esecuzione. Testimoni oculari affermarono che il suo comportamento fu pieno di dignità e che prima di essere colpito trovò la forza per gridare: “Viva l’Italia!”. Il suo eroico comportamento fu di esempio e monito anche per i tedeschi. La sua salma in seguito fu tumulata nella Basilica di Santa Chiara a Napoli, mentre il giovane Carabiniere fu premiato con la medaglia d’oro al valore militare; il suo altruismo fino al dono di sé fu riconosciuto anche dalla Chiesa che lo annovera tra i Servi di Dio. Il papa Giovanni Paolo II, in un discorso ai Carabinieri del 26 febbraio 2001 disse: “La storia dell’Arma dei Carabinieri dimostra che si può raggiungere la vetta della santità nell’adempimento fedele e generoso dei doveri del proprio stato. Penso, qui, al vostro vicebrigadiere Salvo D’Acquisto, medaglia d’oro al valore militare, del quale è in corso la causa di beatificazione”.
Fonti:
nuovomonitorenapoletano.it
wikipedia.org
anpi.it
carabinieri.it