L’arma per l’arte e la legalità in mostra a Palazzo Barberini.
Si protrarrà per tutto il mese di Ottobre l’interessantissima mostra sui beni recuperati in Italia ed all’estero dai carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) in atto a Palazzo Barberini a Roma.
Tale mostra si era aperta il 14 luglio 2016 nascendo dalla collaborazione del Ministero dei Beni e delle Attività culturali, la Direzione generale dei Musei, l’Università Roma Tre e l’Arma dei Carabinieri con il suo nucleo specializzato, il TPC. In particolare l’Università ha provveduto alla realizzazione dei pannelli esplicativi che guidano il visitatore nell’approfondimento del “valore storico, artistico, archeologico e contestuale” (così è indicato nel depliant illustrativo) ma lo informano anche sulla modalità del trafugamento, delle indagini e dei ritrovamenti.
Si scoprono così scenari inaspettati, dai furti commissionati da miliardari senza scrupoli (come quello degli ori Castellani di Villa Giulia ordinato da una signora russa, solo recentemente recuperati ed ora in mostra in tutto il loro splendore) da antiquari disonesti, dalla criminalità organizzata.
Si intuisce un lavoro di intelligence meraviglioso come ineguagliabili sono le opere in mostra che coprono un arco temporale di tre millenni, dai bronzetti nuragici ad un disegno di Modigliani di recente recupero. Apre il percorso espositivo una splendida scultura raffigurante il Dio Mitra in atto di uccidere il Toro (Mitra Tauroctono). Proveniente da uno scavo clandestino nel territorio di Tarquinia è stato rinvenuto, ancora sporco di terra, nascosto in un camion che trasportava piante in Svizzera, paese che risulta il crocevia del traffico clandestino di opere d’arte.
In seguito sono stati recuperati altri frammenti attribuibili allo stesso gruppo scultoreo. Gli scavi clandestini ed il trafugamento delle opere rinvenute impedisce agli studiosi anche di collocarle nel contesto storico e di approfondire le conoscenze ed è perciò doppiamente deleterio. Nella mostra sono esposte alcune delle molte opere recuperate nel corso delle più importanti operazioni di recupero come l’Operazione Teseo, nel corso della quale sono stati recuperati beni per un valore di oltre 50.000.000 di euro con più di 5300 pezzi tra cui vasi attici dalle stupende figurazioni.
La mostra offre un susseguirsi di emozioni: si va da due sarcofagi in terracotta etruschi, agli affreschi di una tomba di Paestum, da una veduta del Canaletto ad una Sacra famiglia con una Santa di Andrea Mantegna, da una Dama delle licnidi di Peter Paul Rubens alla Madonna allattante del Tintoretto, queste ultime opere erano state trafugate dal Museo di Castelvecchio a Verona e sono esposte in copia perché recuperate solo da poche settimane in Ucraina, da dove sarebbero partite verso acquirenti russi, e non ancora rientrate in Italia.
Di particolare interesse il documento in cui Cristoforo Colombo annunciava ai Re cattolici la scoperta del Nuovo Mondo. Trafugato dalla Biblioteca Riccardiana di Firenze era stato sostituito con una stampa fotografica realizzata su carta antica, mentre l’originale, ora recuperato, era stato acquistato all’asta dalla Biblioteca del Congresso Americano. Numerose sono, inoltre, le opere trafugate durante la 2° guerra mondiale dai nazisti dai musei e palazzi privati ed ora recuperate e restituite alla collettività. All’ammirazione dei visitatori anche opere di Van Gogh, Gauguin, Cézanne, e tra le ultime una Kylix ad occhioni attribuita al pittore di Andokides e rientrata da pochissimo dalla Baviera.
Scopo della mostra, certo la più grande esposizione al mondo di opere e reperti archeologici recuperati da un nucleo specializzato delle Forze dell’Ordine, è anche quello di sensibilizzare i cittadini verso il nostro patrimonio culturale informandoli anche sulle vie da seguire in caso di ritrovamenti fortuiti. La mostra, tra l’altro ad ingresso gratuito, dovrebbe essere, però, maggiormente pubblicizzata perché soltanto per poche settimane ancora ci sarà la possibilità di visitarla.