Usura, necessario tutelare la vittima
Due recenti fatti di cronaca sono stati alcuni degli spunti delle riflessioni emerse sabato pomeriggio a Paestum nel corso del convegno organizzato dal Rotary Club Paestum Centenario dal titolo "Usura... come uscirne".
Dopo il saluto del presidente del club Gianfranco Milillo, hanno preso la parola il sostituto procuratore della Repubblica di Sala Consilina Carmine Olivieri, il presidente onorario della Federazione delle associazioni antiracket e antiusura Tano Grasso e il procuratore aggiunto della Repubblica di Palerno Alfredo Morvillo. Al tavolo dei relatori era presente anche Marina Cipriani, prossimo presidente del club di Paestum. «Oggi l'usura non è più da concepire come reato contro il patrimonio, bensì contro la persona» ha sottolineato il procuratore Olivieri, che ha parlato dell'evoluzione della legge che oggi dovrebbe convincere di più le vittime a denunciare, perché maggiormente dalla loro parte. Intervallati dalle riflessioni del coordinatore, il giornalista Antonio Manzo, i relatori sono tornati più volte sulla condizione della vittima. «La grande innovazione della legislazione - ha aggiunto Tano Grasso - è stata di aver posto al centro la vittima. Prima le vittime venivano trattate alla stessa stregua dell'usuraio. Ci si vergognava a dire di essere vittime dell'usura, ma non dell'estorsione. L'obiettivo deve essere quello della condanna penale dell'usuraio, ma anche di far tornare a una vita normale la vittima. Il reinserimento è una cosa difficilissima perché chi passa attraverso l'usura è segnato». Il procuratore aggiunto Morvillo ha anche raccontato come «allo stato attuale delle nostre conoscenze non risulta che Cosa Nostra annoveri tra le sue attività l'usura, perché Cosa Nostra ha un suo codice etico, che esclude l'usura. Non escludiamo che Cosa Nostra ripudi l'usura. Non è mai stata trovata parola su attività di tipo usuraio sui "pizzini" rinvenuti».
Articolo a firma Paola Desiderio su Paestum.it